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Breve storia della mia vita, arco temporale dal 1967 al 1974.

Dopo un continuo peregrinare da sud a nord e da nord a sud in un Italia post bellica, finalmente mi sono stabilito in un paese della bassa bergamasca.

Avevo velleità pittoriche, frequentavo l'Accademia Carrara, Longaretti fu il mio secondo maestro, dopo Paolo Signoroni a Milano.

Nel 1969, anno fatidico, con Franco Viglietti e Massimiliana Preda organizzai una mostra a Ponte San Pietro, con il patrocinio del Sindaco Magni.

Io e Liliana non ci annusavamo molto, in quel periodo. Organizzai in seguito mostre al colorificio Sebino di Sarnico, a Paratico, a San Pellegrino Terme con giovani di belle speranze che frequentavano l'Accademia o il "forno" della Vistalli.

Con Liliana continuavamo a non annusarci.

Ci volle il mare nei pressi di Opatia, nell'allora Yugoslavia, a fare sbocciare, accendere, scoppiare la scintilla che ci ha illuminato per oltre cinquant'anni.

Il giorno del solstizio d'estate del 2020 una parte di quella scintilla è andata a brillare in cielo.

E' bello, per non essere tristi, pensare al passato.

Il 1973 fu l'anno degli hotels: Le torri del Sestriere in inverno, dove esposi io, e quello di Spotorno, in estate, dove fu la volta di Liliana.

La formula era stata ideata dal professore Enotrio Mastrolonardo, con l'approvazione del Sig. Bertollio, gestore degli hotels.

Era semplice e faceva contenti tutti: si faceva una vacanza di due settimane, vitto e alloggio per me, Liliana, Enotrio e signora inclusi, in cambio del ritiro di tutto il materiale esposto dal gestore, il quale faceva anche un'offerta pecuniaria per le opere esposte.

Ho ritrovato opere a Spotorno lasciate l'anno prima a Sestriere. Le opere che esponevo erano molto contraddittorie, passavo da Tancredi alla pop-art, dal pennello alla bomboletta spray, dagli oggetti trovati dal ferrovecchio agli intrecci scaturiti dal buio del mio cervello.

Non sono mai stato un pittore. La prova è data dal quadro delle mammole: non l'ha fatto Ballaré, ma Folco! Un ripudio!

Altra cosa è lo sguardo di Liliana che appare in quel di Spotorno. Lei era una ricercatrice, attenta alle cose, percepiva la trascendenza fisica di tutto l'universo.

Lo mostra da Fumagalli, nel 1975, ne è la riprova.

In seguito sarà divulgato ciò che faceva negli anni sessanta.

I ponti di Briolo, le macchie delle sue sponde, l'orto-giardino, la fioriera-orto di casa nostra.

Noi non abbiamo mai mischiato il nostro lavoro con l'attività della Galleria 72, io mi sarei preso a calci nel deretano!

L'io gallerista non avrebbe mai fatto una mostra all'io pittore nemmeno dietro congruo compenso.
Lei sì, ma per onestà non ha mai approfittato!

 

  

......Altra cosa è lo sguardo di Liliana che appare in quel di Spotorno...

                                                                                                       

 

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