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Il programma per venerdì pomeriggio era: partenza da Cologno alle ore 14 con arrivo previsto per 17:30 Via Picciorana, 262, 55100 Lucca LU ... in tempo per vedere la mostra di Paolo Baratella all'ultimo giorno prima che chiuda.
È un po' che papà chiede, a me e mia sorella, che lo accompagniamo a Lucca per vedere questa mostra e conoscere Baratella, pittore di 86 anni ormai, le cui opere mio padre ha trattato negli anni' 70, quando aveva la Galleria 72, ma che non ha mai conosciuto di persona.
In realtà sulla Cisa è una colonna e un rallentamento dietro l'altro a causa di numerosi, troppi cantieri! Restringimenti, cambi di carreggiata. Ma si mettono solo ora a fare manutenzione alle Autostrade? Anche all'altezza di Carrara... altri 29 minuti di colonna. Che nervi! Questa mostra "non sa da fare"?! Mi dico!
Arriviamo a Lucca alle 6 passate. Alla mostra sembra ancora tutto accesso. Papà scende ma gli dicono che la sera c'è un evento per la Mercedes...
Papà chiama Baratella per vedere di incontrarsi in serata ma no... per cena ha degli ospiti tedeschi e non può! Ma come non può? Non siamo venuti apposta?! Mi assale lo sconforto!
Si dicono al telefono di vedersi il giorno dopo alle 10:30/11.
Sono un po' deluso e incazzato e dico stizzito a papà, perché non si era organizzato con Baratella? E perché non si era informato sugli orari e i programmi della mostra per bene?
Decido di pazientare e di godermi almeno la serata Lucchese...
L'alloggio all'Affittacamere dei Centro mi risolleva l'animo, perché si rivela una bella stanza doppia, spaziosa, confortevole e siamo soli. Inoltre l'alloggio è vicino a casa di Baratella e questo sembra tranquillizzarci per l'indomani, perché non avremmo dovuto svegliarci presto e avremmo potuto fare le cose con più calma.
Anche la cena è molto buona all'Osteria Del Rosolo a base di affettati misti toscani, zuppa di farro, semifreddo al pistacchio ed amaro Averna.
Nel dopocena andiamo un po' a zonzo per il centro, lascio papà ormai stanco alla camera e poi vado a spostare la macchina in una zona non troppo a rischio multa (a Lucca non c'è un posteggio libero!).
Il giorno dopo siamo in piedi alle 8:30. Lasciamo l'appartamento e cerchiamo un posticino per la colazione
Troviamo un bar/ atelier dove si può prendere il cappuccino guardando dei vestiti cuciti a mano e in vendita, in un ambiente pieno di verde, fiori, profumi e colori... veramente un ottimo posto dove acquistare energie per la giornata.
Finita la colorazione, è presto, saliamo sulle mura urbane dell'antica città e ci concediamo uno sprazzo di vita da Lucchesi alla domenica mattina.
Tante persone passeggiano lungo i 5 chilometri di mura(io ne cammino un pezzo, mio padre si ferma a fumare alla prima panchina). Famiglie, anziani, giovani, ciclisti persone originali si godono, dall'alto, al tepore di qualche raggio di sole mattutino, da un lato l'antica cittadina medievale e dall'altro dei verdi prati, mi pare, dove una volta c'era il fossato... che rilassatezza... Mi immagino di vivere da quelle parti...
Alle 10:15 suoniamo al portone con la scritta Baratella... ci accolgono, un po' frastornati perché si son appena alzati, Paolo e Giovanna sua moglie, nel loro studio / dimora.
Paolo ci conduce nel locale, non troppo spazioso, dove lavora e dipinge, attraversando un corridoio con una libreria stracolma di libri, riviste, oggetti, orologi da taschino, computer, bozzetti.
Mentre mio padre e Paolo conversano ricordando gli amici, le conoscenze comuni, i luoghi che hanno frequentato, le gallerie (mi domando come facciano a ricordarsi tanti nomi e fatti), io mi guardo un po'attorno...
Una cosa mi colpisce. Vedo il manifesto appeso di una mostra, che ha fatto Baratella in Germania, dove c'è una foto di una donna nuda che accoglie tra le sue cosce un uomo a torso nudo con una svastica tatuata sul petto e un tatuaggio di Hitler sulla pancia. Mi guardo intorno e vedo un altro quadro, in cui c'è un uomo con una svastica tatuata sul petto e una donna ai suoi piedi, nuda, con un fascio littorio in mezzo alle gambe. Aguzzo le orecchie per capire di cosa parla Paolo e sento che dice in Germania lo adorano e che ha vinto tanti premi. Incomincio a sentirmi spaventato perché penso di essere finito nel covo di un qualche nazista apprezzato dai nostalgici in Germania. Mi sento sgomento, ho voglia di andarmene e mi dico che se mio padre acquista qualche quadro da quella persona quel quadro non sarebbe entrato nella mia macchina! Timidamente lo confido nell'orecchio di mio padre, mentre Paolo si allontana e Giovanna arriva con il vassoio di caffè. Dico a mio padre che voglio saperne di più...e lui mi dice di stare tranquillo. Dopo il caffè mi faccio coraggio e dico a Paolo di avere visto le svastiche e chiedo cosa ne pensa del nazismo.
Paolo incomincia a raccontare che quando era piccolo era stato un Figlio della Lupa e che conosceva ancora le canzoni che i bambini cantavano sotto il fascismo!
Che poi era stato un fervente cattolico seguendo le orme dei suoi cattolicissimi parenti. Poi in gioventù aveva abbracciato il comunismo sino a fare delle mostre alla presenza di Nilde Iotti e altri membri del partito. E comunque era stato ed era ancora di sinistra (per quello che valeva la sinistra di adesso) e che in molto della sua opera ce l'aveva avuta contro il fascismo, il nazismo e contro le collaborazioniste di quei regimi. Che quei quadri che avevo visto gli piaceva di raccontare di una storia che aveva immaginata e scritta (...che forse io non ho affettata benissimo) circa un tizio (il nazista) che aveva inventato un preservativo da mettere in testa alla gente ma che alla fine era stato soffocato con lo stesso preservativo dai rivoluzionari comunisti (bho?).
Mi sono rincuorato e mi si è levato un peso....ma che personaggio sto Paolo!
La giornata mi si risolleva, le cose vanno meglio e addirittura Paolo si libera da un impegno che aveva avuto per pranzo (o era forse una scusa per levarsi in caso fossimo due rompic...) e viene a pranzo con noi. Li parliamo della sua passione per il Tai-chi con il quale si applicava da 40anni, di come ha conosciuto la Giovanna, del frantoio che avevano a Compito, della cascina che avevano vicino ad Alessandria che poi era diventata una fondazione con le sue opere, della magione che adesso ha sulle colline Lucchesi. Parla di quando ha fatto il corso Ufficiali di come era stato vittima di nonnismo la sera che l'avevamo preso gli anziani facendogli bere la piscia e gli escrementi d'asino e di come lui poi a sua volta avesse fatto pagare la matricola ai nuovi. Scrittore, ciclista ancora ad 86 anni, salutista a tavola per quanto lo riguardava, ma tollerante verso gli altri, tant'è che lascia fumare mio padre nel suo studio.
Energia dinamismo fatta persona.
Alla fine non avremo visto la mostra ma ci portiamo via una sua opera.
Piacere di averti conosciuto Paolo!

 

 

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